Audiovisivi .

Per svolgere le verifica alla base delle nostre ipotesi di ricerca abbiamo proceduto lungo due principali direzioni di lavoro.

Una prima, più convenzionale, è sfociata nella realizzazione ad hoc di due artefatti audiovisivi originali:


Museo da Marciapiede .

Un documentario introduttivo che offre una contestualizzazione del progetto presentando il contesto d’uso in cui il progetto si colloca, anche con interviste agli interessati.

>>> youtube.com/watch?v=Uws3oVYoOx0


L'isola delle Carceri .

Un ulteriore documentario che introduce e racconta la dimensione carceraria della Sardegna, anche sulla base di materiale originale da noi prodotto (Asinara, Tramariglio, Museo del carcere di Saluzzo) e su elaborazioni infografiche.

>>> youtube.com/watch?v=LSMbi6D-5Nc

Una seconda parte della nostra esplorazione, a maggiore tasso sperimentale, ha riguardato la progettazione, realizzazione e implementazione prototipale di due artefatti ibridi a complemento della dotazione originale del Museo.

Si tratta di due espositori/installazioni multimediali, basate su materiale audiovisivo originale da noi appositamente realizzato, che con modalità diverse si confrontano con una forte integrazione delle due dimensioni – audiovisiva e spaziale – alla base della nostra proposta di ricerca.


Mappe di Vita .

Il primo tratta il tema del tatuaggio in carcere e degli spazi della carcerazione.

>>> youtube.com/watch?v=2fgPuEw-uME


Spazi di reclusione .

Il secondo, realizzato per raccontare gli spazi della carcerazione è invece una versione aumentata di una soluzione informativa già sperimentata nella nostra versione originale del ‘Museo’.

I contenuti in questione, già originariamente restituiti in forma analogica tramite alcuni modelli architettonici, sono qui stati estesi tramite l’implementazione di una visita in realtà aumentata.

L’opportunità di inserire le nostre prototipazioni audiovisive in un contesto più allargato – quello di un vero e proprio progetto espositivo – ha presentato un’occasione preziosa per verificare a vasto raggio le nostre ipotesi di partenza, e in particolare del rapporto tra i messaggi veicolabili tra le due dimensioni del progetto, quella audiovisiva e quella fisica.


Un Museo da marciapiede .

Il progetto per un ‘Museo da marciapiede’ è nato per rispondere a una domanda specifica, formulata al nostro gruppo di ricerca dalla Direzione della Casa Circondariale di Alghero.

Ospitato in una sezione storica della Casa di Reclusione di Alghero – che risale al 1868 ed è tuttora operativa – il piccolo Museo del carcere raccoglie documenti, divise, strumenti e utensili che il lungimirante lavoro di alcuni operatori di Polizia Penitenziaria ha salvato dall’oblio. Viene aperto al pubblico una volta l’anno, in occasione della manifestazione Monumenti Aperti.

L’elevato interesse per il monumento, che in occasione dell’evento risulta il più visitato della città, entra in conflitto con le procedure di accesso che, per ragioni di sicurezza, sono rigide e prescrittive. Per entrare nell’edificio del carcere – tuttora in funzione – i visitatori devono registrarsi, presentare un documento d’identità, depositare oggetti personali come chiavi, fotocamere, telefoni cellulari. La procedura è lenta e produce lunghe code e strozzature all’ingresso della struttura.

Di qui l’ipotesi progettuale del nostro laboratorio: un intervento prototipale, espandibile, pensato su misura per trasformare i tempi di attesa in occasioni di apprendimento e sensibilizzazione intorno ai temi della carcerazione, grazie all’installazione temporanea di strutture espositive portatili. Disposto immediatamente all’esterno della struttura di reclusione, il nostro ‘museo da marciapiede’, integra e arricchisce l’esperienza della visita prima, durante e dopo, giocando sull’attesa e sull’aspettativa della visita.